Premio Nazionale ‘Amato Lamberti’, assegnate le tre borse di studio della Nona edizione. Ricordato il Lamberti : accademico, politico e amministratore

La Nona edizione del Premio Nazionale ‘Amato Lamberti’ quest’anno si è incrociata con il decennale della scomparsa del sociologo. E proprio il ricordo, la memoria è stato il filo rosso che ha caratterizzato queste edizione.

Le tre borse di studio sono state assegnate a Stefania Di Buccio, Università degli studi di Milano, Dottorato in Studi sulla criminalità organizzata, a Marco Antonelli, Università degli studi di Pisa, Dottorato in Scienze politiche e per il riconoscimento laurea magistrale, a Giulia Panepinto, Università degli studi di Torino.

Ecco i vincitori (partendo da sinistra) Stefania Di Buccio, Marco Antonelli e Giulia Panepinto

La cerimonia si è svolta nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo alla presenza del sindaco Gaetano Manfredi, al presidente del premio Nino Daniele e al presidente dell’associazione Roselena Glielmo. Sono stati in tanti a ricordare il Lamberti : accademico, politico e amministratore.

Nino Daniele, presidente del Premio Nazionale ‘Amato Lamberti’ ha spiegato: “Questo premio del decennale della scomparsa di Amato Lamberti, ci permette di dire che il premio a lui dedicato, partendo da Napoli è diventato una bella storia nazionale. Un premio che ha ormai un grande prestigio ed ha accumulato grandi conoscenze, con circa 200 tesi e 23 giovani studiosi premiati; ed è proprio questo il più grande insegnamento di Amato Lamberti che dobbiamo portare avanti, quella che io definisco la ‘formazione’ come ‘religione civile’ in cui la conoscenza serve ed è a disposizione di tutta la comunità. Prima di tutti ha visto nell’ambiente, un terreno dove le mafie avrebbero potuto infiltrarsi. Amato Lamberti aveva una sorta di pessimismo della ragione e lui era un pessimista ma combattivo”.

Mentre Giuseppe Acocella, rettore Università telematica Giustino Fortunato e amico del sociologo ha evocato i loro incontri privati e qualche aneddoto per sottolineare: “Il terremoto è stato per me e per lui un momento significativo. Parlavamo degli effetti che il sisma avrebbe provocato a livello sociale, economico e politico. Da lì cominciammo a ragionare sul tema della camorra. Amato si interessava della camorra a livello civile. Ben presto ne studiò in modo nuovo e rivoluzionario i meccanismi. Il suo era un contributo di conoscenza perché riteneva che conoscere il fenomeno della camorra fosse il metodo migliore per contrastarla. Lamberti dev’essere ricordato anche come il maestro di Giancarlo Siani. È mancato nel meglio della sua attività intellettuale. Amato Lamberti era una personalità straordinariamente generosa. Il premio che porta il suo nome serve per la memoria e soprattutto per alimentare la passione nello studio”.

Tante volte nel corso della sua professione Rosaria Capacchione ha spesso incrociato Amato Lamberti: “È stato un punto di riferimento per tutti specialmente per chi, come me, si occupava della camorra casertana che non era una criminalità di campagna ma aveva fatto un importante salto di qualità. E Lamberti è stato uno dei pochi che l’aveva capito. Stava avvenendo una vera trasformazione della camorra rurale in una camorra che si muoveva su binari diversi, industriali. Lamberti era un riferimento intellettuale importante, avevi la possibilità di ascoltare la sua attenta analisi e avere una visione più ampia del contesto ed i suoi collegamenti. L’avere avuto accanto uno del suo spessore ha significato anche sentirsi più tutelati nell’esercizio del mestiere di cronista”.

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, invece, ha voluto marcare l’importanza del contributo di studioso: “Ricordare Amato Lamberti è ricordare un uomo complesso. È stato un esponente politico, un amministratore ma anche un grande innovatore. Il suo è stato un lavoro rivoluzionario se inquadrato nel contesto temporale in cui ha agito. Ha introdotto il tema delle mafie, delle mafie e la società, delle mafie e il legame con territorio. A parte il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura occorre studiare scientificamente il fenomeno e la sua continua evoluzione. La criminalità è sempre un po’ più avanti, basti pensare ai nuovi strumenti di riciclaggio, strumenti economici e finanziari e quindi occorre l’aggiornamento degli strumenti per studiarla, capirla e così combatterla. Se solo pensiamo alla zona grigia e quanto sia importante su questo fronte formare classi dirigenti e delle professioni. Il premio porta avanti l’eredità dello studioso Lamberti e ne custodisce la memoria e questo però significa anche diffondere un’impronta formativa, educativa e studiare l’evoluzione dei sistemi criminali. Se Napoli è l’epicentro di azioni criminali e anche giusto dire però che Napoli è epicentro del contrasto e dello studio delle mafie e questo aspetto lo dobbiamo rivendicare”.

Emozionante il ricordo di Antonio Bassolino che volle Amato Lamberti nella sua prima giunta al Comune di Napoli come assessore alla Normalità e poi lo spinse a candidarsi alla presidenza della Provincia di Napoli.

“Tengo assieme in questa giornata particolare il Consiglio comunale che vota il primo bilancio della nuova Giunta, l’addio a Raffaele La Capria e il ricordo di Amato Lamberti a dieci anni dalla scomparsa. Il modo più giusto per ricordarlo è proprio in questa Sala Giunta di Palazzo San Giacomo dove come assessore ha speso una parte importante della sua vita. Amato è stato prima politico e poi amministratore ma soprattutto un grande intellettuale. Il politico deve riflettere sulla realtà per cambiarla per entrarci dentro. Lui è stata una persona che ci ha aiutato a capire il mutamento della camorra che era rappresentata ancora in una forma folcloristica. La camorra non era più quella di un tempo e per nulla un corpo estraneo alla società e neppure un tumore ma una metastasi. Basta ricordare il salto di qualità con una data spartiacque: il 23 novembre del 1980″.

Toccante e la testimonianza di Pino Imperatore collaboratore presso l’assessorato alla Normalità e amico di Amato Lamberti che ha ricordato come, nonostante il male che aveva colpito il sociologo, volle partecipare alla Feltrinelli a Salerno per la presentazione del poi divenuto un bestseller ‘Benvenuti in casa Esposito’. Quella fu l’ultima apparizione pubblica di Amato Lamberti dopo qualche settimana morì.

E un riconoscimento speciale è stato consegnato da Aldo De Chiara, già avvocato generale della Corte di Appello di Salerno ad Annamaria Torre per ricordare Lucia De Palma Torre, moglie del sindaco di Pagani, Marcello Torre, ucciso dalla camorra perché si opponeva al sistema degli appalti del dopo terremoto.

“Indomita e moderna eroina, che pur minata nell’animo e nel fisico dai gravi lutti familiari, per 40 anni ha portato avanti, con straordinarie capacità e tenacia, dell’amato ed indimenticabile suo sposo Marcello,coraggioso Sindaco, le apprezzate battaglie per una ‘Pagani civile e libera’ dal giogo camorristico e della malapolitica”

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