La “lettera testamento” di Marcello Torre: patrimonio vivo dei sindaci d’Italia

La lettera-testamento dell’avvocato Marcello Torre, sindaco di Pagani che scrisse, il 30 maggio 1980, e indirizzò alla moglie Lucia e ai figli Giuseppe e Annamaria perché ben consapevole dei rischi a cui andava incontro per aver detto no alle pressioni e allo strapotere dei clan della camorra è divenuta patrimonio dei sindaci della Campania e d’Italia.

In quelle poche righe c’è difatti tutto l’ardore e la dedizione che l’avvocato Marcello Torre – il sindaco gentile – profuse nel suo impegno pubblico nel nome della legalità, anticipando il suo brutale omicidio messo in atto dai killer di Raffaele Cutolo l’11 dicembre 1980 – a neanche un mese di distanza dal disastroso terremoto che sconvolse l’Irpinia e l’intera Campania – perché ritenuto integerrimo ostacolo all’assegnazione di appalti per la rimozione delle macerie del terremoto a ditte compromesse con la camorra.

In coincidenza dell’anniversario è stata consegnata, da Annamaria, figlia di Marcello, nelle mani del sindaco di Caserta, Carlo Marino che, in qualità di presidente regionale dell’Anci, rappresenta tutti i sindaci della Campania a cui la lettera-testamento è stata inviata per essere collocata nei loro uffici, accanto all’immagine di Sergio Mattarella.

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